Latina – 16 novembre 2018 – La multinazionale annuncia il licenziamento del 40 per cento del personale dell’impianto di Sermoneta (Latina), escludendo l’utilizzo di ammortizzatori sociali. L’incontro al ministero del Lavoro, con sciopero di otto ore e presidio davanti alla sede di via Flavia non ha prodotto i risultati sperati. La Uiltec Lazio non ci sta: “Inaccettabile! Azienda esca allo scoperto se vuole lasciare il territorio”.
Sembra essere il licenziamento, senza neanche il sostegno degli ammortizzatori sociali, il destino dei 192 lavoratori (su complessivi 491 dipendenti) della Corden Pharma, azienda farmaceutica di Sermoneta (Latina). I 192 licenziamenti (pari al 40 per cento dell’intero personale), che dovrebbero scattare in gennaio, sono stati annunciati dalla Corden il 9 novembre scorso, durante un incontro in Prefettura. Per questi esuberi, inoltre, il gruppo non ha previsto finora l’utilizzo di ammortizzatori sociali, misura fortemente contestata dai sindacati (Filctem Cgil, Femca Cisl, Uiltec Uil, Ugl Chimici e Confail). La situazione è ulteriormente aggravata dall’avvio della procedura di concordato in continuità – che aprirebbe la strada, qualora non si trovassero soluzioni, anche al possibile fallimento dell’azienda – e dal taglio degli stipendi futuri del 15 per cento, cui si aggiunge il parziale mancato pagamento della busta paga di ottobre.
La Uiltec Lazio non ci sta: “L’atteggiamento arrogante e la completa mancanza di rispetto verso i lavoratori sono inaccettabili e continueremo a batterci per impedire i 192 licenziamenti annunciati e probabilmente premeditati già molto tempo fa – tuona il segretario regionale Riccardo Marcelli -. La vertenza è stata oggetto dell’ordine dl giorno della segreteria odierna e assumerà una dimensione nazionale” spiega. Per la segreteria, infatti, si tratta di una scelta geopolitica quella di abbandonare un territorio già gravemente colpito e martoriato dalla lunga crisi, che non può non avere delle conseguenze e punta il dito contro un management inadeguato ed inefficiente, privo di qualsiasi capacità programmatica: “Dal 2010 ad oggi si sono succeduti ben 6 amministratori delegati, cambi isterici non in grado di offrire garanzia di continuità gestionale e programmazione industriale, espressione di grande confusione ai vertici” ha spiegato ancora Marcelli, che ha inoltre rimarcato la richiesta incalzante da parte delle OOSS del piano industriale, più e più volte rimandato, oltre ad una completa interruzione delle relazioni industriali. “È indispensabile che l’azienda, a questo punto, esca allo scoperto e parli molto chiaramente delle intenzioni future rispetto a questo stabilimento, mentre solleciteremo un intervento del Governo” ha concluso.
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