I segretari generali di Cgil e Uil Maurizio Landini e Pierpaolo Bombardieri in conferenza stampa annunciano lo sciopero generale per il prossimo 29 novembre. I due sindacati scendono in piazza per chiedere di “cambiare” la manovra di bilancio, considerata del tutto “inadeguata a risolvere i problemi del Paese” e per rivendicare l’aumento del potere d’acquisto di salari e pensioni e il finanziamento di sanità, istruzione, servizi pubblici e politiche industriali. “Siamo stati convocati la prossima settimana”, martedì 5 novembre a Palazzo Chigi, “con una manovra già consegnata alle Camere, che ha pochissimi margini di cambiamento. Andremo ad ascoltare, se il governo dovesse accettare le nostre proposte, siamo pronti a rivedere la decisione dello sciopero”. Lo dice il segretario generale della Uil, Pierpaolo Bombardieri, che aggiunge di avere idee e piattaforme specifiche. Tra i capitoli affrontati nel corso della conferenza stampa anche la sanità, uno dei temi caldi della protesta. “È vero che i soldi messi a disposizione della sanità salgono – ha come prima cosa evidenziato Pier Paolo Bombardieri – ma è vero che solo noi in Italia valorizziamo così quel valore che, nel resto del mondo, si misura in relazione al Pil, e qui non è che i numeri si possono nascondere. Dicono che il finanziamento della Sanità è al 6,2%, ma se guardiamo quello che è successo negli anni passati è chiaro gli investimenti in sanità diminuiscono. Lo sa anche un bambino di scuola elementare: se il prezzo aumenta del 12% e le risorse a mia disposizione del 6%, sono di fronte a una sottrazione, è un calcolo semplice”. “Non ci interessa la disquisizione economica sul ‘è più o meno’ – ha proseguito -; ci interessa il fatto che in Italia la sanità, soprattutto pubblica, si sta definanziando a favore della sanità privata. Questo è un dato oggettivo”. Il leader della Uil ha quindi ricordano i “2,5 mln di persone che lo scorso anno hanno rinunciato a curarsi per questioni economiche”, mentre la spesa out of pocket ha raggiunto “i 4 miliardi di euro”. E poi, “dei 13 ml del Pnrr dedicati alla sanità del territorio non abbiamo notizie, non siamo riusciti a capire dove sono andati a finire e come il Governo li sta spendendo”, ha incalzato.
Maurizio Landini ha battuto sul fisco: “la riforma fiscale va anzitutto discussa con chi le tasse le paga, e il
90% delle entrate dell’Irpef le pagano i lavoratori dipendenti e i pensionati. Agire oggi sulle entrate è la
condizione per fare quelle scelte di politica economica e sociale di cui abbiamo bisogno, in quanto lì ci sono le risorse per aumentare i salari, per aumentare la spesa della sanità pubblica, per investire sulla scuole e fare quelle politiche di investimento industriale di cui il nostro paese ha bisogno. Il Governo invece ci convoca la prossima settimana, a cose già fatte, perché il testo è già stato consegnato al Parlamento e al Parlamento hanno già detto che il margine di manovra è di 100 milioni. Noi chiediamo che ci siano dei cambiamenti profondi e radicali in questa manovra, non qualche emendamento”.
Sull’assenza della Cisl i due sindacalisti spiegano che “La Cisl ha detto che la manovra va bene”: si limita a
rispondere così il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini. “Lo dico con grande rispetto per i colleghi della Cisl, loro hanno fatto un documento da cui emerge che sono soddisfatti” rispetto a diversi punti della manovra, “sono su una posizione diametralmente opposta alla nostra”, affonda il segretario generale della Uil, Pierpaolo Bombardieri.