Dichiarazione del segretario generale Uiltec Roma e Lazio, Riccardo Marcelli
“L’atteggiamento del Governo e la compiacenza del Parlamento rispetto alle concessioni idroelettriche e all’art. 177 del Codice degli appalti è assolutamente inaccettabile!”. Così il segretario generale della Uiltec di Roma e del Lazio, Riccardo Marcelli, sottolinea la pericolosità delle modifiche all’art. 177 del codice dei contratti pubblici sulle aziende concessionarie. “In molte occasioni abbiamo sollecitato il Governo ad un’armonizzazione della disciplina sulla riassegnazione delle concessioni relative alle derivazioni idroelettriche e invitato a modificare l’articolo 177 del codice dei contratti pubblici, soprattutto in questa fase delicata di supporto alla ripresa del Paese per salvaguardare il ruolo strategico del settore nella ripresa dell’attività economica e produttiva e contemporaneamente garantire continuità del servizio e livelli di occupazione” spiega il dirigente sindacale.
In particolare i sindacati hanno evidenziato necessità di modificare in maniera sostanziale l’articolo 177 del codice dei contratti pubblici (D. Lgs. n. 50/2016) riferiti al settore elettrico, al fine di consentire ai concessionari di svolgere autonomamente, con propri mezzi e personale, le attività oggetto della concessione. La norma, così come è stata interpretata dall’ANAC, impone infatti ai titolari di concessioni dirette – anche nei servizi di interesse economico generale (gas, elettricità, servizi ambientali) – di esternalizzare l’80% di tutte le attività oggetto della concessione, anche nei casi in cui l’attività venga svolta direttamente tramite proprio personale. In una fase in cui il comparto energetico può assumere un ruolo centrale per la ripresa economica, data la crisi determinatasi a causa dell’emergenza sanitaria che stiamo vivendo, una simile applicazione metterebbe a rischio i livelli occupazionali, con gravi ripercussioni sulle condizioni dei lavoratori nonché sugli standard di sicurezza e di natura contrattuale ad oggi acquisiti dalle decine di migliaia di lavoratori che operano nelle aziende interessate.
“Si tratta di una norma illogica che regala a nuovi soggetti l’80% del volume delle attività di manutenzione attualmente svolto dalle società concessionarie distruggendo un patrimonio pubblico senza alcuna remora a spese degli italiani che pagano le tasse” conclude Marcelli.
Roma, 06 novembre 2020
Ufficio stampa
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